Malattia sconosciuta in Congo ha causato 79 morti: arriva il commento degli esperti Matteo Bassetti e Roberto Burioni.
Gli esperti Matteo Bassetti e Riccardo Burioni hanno espresso preoccupazione per una misteriosa epidemia che sta colpendo la regione sud-ovest della Repubblica Democratica del Congo, mietendo già 79 vittime.
Il fenomeno, secondo il ministero della Salute del Paese africano, desta allarme per il quadro clinico insolito e la rapidità di diffusione.
Le parole degli esperti Bassetti e Burioni
Il noto infettivologo Matteo Bassetti, intervistato da Adnkronos Salute, ha espresso cautela pur mantenendo un atteggiamento fiducioso: “Speriamo bene perché l’ultima volta dal Congo è arrivata l’Ebola. Pare che i sintomi siano simili all’influenza. L’Oms si sta muovendo e dobbiamo ancora capire bene, magari non è nulla di preoccupante.”
Un’altra voce autorevole, quella del virologo Roberto Burioni, si è espressa sulla piattaforma X (ex Twitter): “Una malattia sconosciuta di probabile origine infettiva ha ucciso 79 persone in Congo. Quadro clinico strano (anemia), non mi piace. Per carità nessun panico, ma attenzione. Nel mondo moderno i virus – come abbiamo visto – si spostano molto velocemente.”
I sintomi e il quadro clinico di questa nuova malattia
La malattia, ancora senza un nome e un’identificazione precisa, presenta sintomi che – a una prima analisi – ricordano quelli di una comune influenza: febbre, tosse, mal di testa, naso che cola e difficoltà respiratorie.
Tuttavia, c’è un elemento che rende questo caso particolarmente insolito: l’anemia che si manifesta nei pazienti. Le vittime, per la maggior parte adolescenti tra i 15 e i 18 anni, rappresentano un dato anomalo per le malattie infettive più comuni, che generalmente colpiscono fasce di età differenti.
Ad oggi, oltre 300 persone risultano contagiate, secondo quanto riportato dalla BBC, e il numero potrebbe aumentare.
L’Organizzazione mondiale della Sanità (OMS) ha inviato una squadra di esperti per indagare sulle origini della malattia, coordinando gli sforzi con le autorità sanitarie locali.